PAG SURPRISE! Exit Through the gift shop by Banksy & livepainting by Cadmio

Si chiama Pag Surprise la serata del 16 luglio che apre ufficialmente la rassegna di Trieste Estate Giovani al Polo Giovani Toti di San Giusto. Ma qual è la sorpresa? La prima è che nelle due giornate inaugurali della  rassegna di eventi che si terranno sulla terrazza del Polo Giovani verrà montato uno schermo cinematografico e la seconda, che i primi due appuntamenti sono dei “pretesti” per far parlare i giovani  tra cinema, videomaking e creatività urbana.
Si sviluppa intorno al tema della street art la serata di martedì 16 quando, alle 21.00, verrà proiettato il film Exit Through the gift shop di Banksy l’artista la cui vera identità rimane ancora sconosciuta ma di cui tutti ormai conoscono il tratto e le incursioni. Il docufilm,  introdotto da Tiziana Finzi, sollecita una riflessione sul movimento della Street Art che attraverso “Chromopolis” è uno dei focus del PAG_Progetto Area Giovani del Comune di Trieste.

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Nell’ambito della creatività urbana si muove l’associazione Cadmio, accreditata al PAG, che coordinerà a partire dalle 15.00 un livepainting con gli artisti Fabrizio Di Luca, Stefano Goina e Danny Dughieri su una struttura cubica autoportante di legno che sarà visibile fino alla fine dell’estate. Tema? Surprise, naturalmente! Pratica e riflessione quindi si incrociano in questo evento aperto a tutti gli appassionati e ai curiosi.
CADMIO è un’associazione di artisti uniti dallo scopo di decorare ambienti pubblici/privati, promuovere e collaborare ad eventi e spettacoli artistici e non. Nasce dal desiderio comune dei suoi soci fondatori di promuovere la street art come forma dʼarte e come mezzo per riqualificare zone in degrado. Si propone inoltre l’obiettivo di mettere in contatto gli abitanti con la propria città. Promuove il graffitismo legale, organizzando corsi di pittura anche in collaborazione con le istituzioni, per favorire le giuste modalità di espressione della propria creatività, rispettose degli spazi comuni. Organizza eventi artistici, esibizioni di live painting, laboratori e concorsi per favorire lʼeducazione artistica di tutte le fasce dʼetà.

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E’ un documentario del 2010 attribuito a Banksy, il celebre artista anonimo, e basato parzialmente sulla sua vita e le sue opere. Nel film, diretto da Banksy con l’aiuto di Shepard Fairey, si susseguono delle interviste a street artist di primo piano, come INVADER e gli stessi Fairey e Banksy.
Nessuno l’ha mai visto, ma tutti conoscono quella sigla con cui da vent’anni firma i suoi irriverenti lavori: Banksy. Il mistero di un arti-star di fama planetaria, un autore capace di irridere la realtà con pochi tratti di disegno, un artista che ha scelto di non apparire mai in pubblico. Exit Through the Gift Shop è un ironico gioco di specchi, un’inedita storia della Street Art degli ultimi dieci anni e di alcuni dei suoi protagonisti più bizzarri e anticonformisti. Attraverso l’obiettivo di Thierry Guetta, un videoamatore francese che per anni ha documentato il lavoro notturno dei più importanti graffitari del mondo, emergono la personalità dell’artista di Bristol, la genesi dei suoi murales coraggiosi e spiazzanti e l’affermazione di un’idea militante e originale di democratizzazione dell’arte contemporanea. Perché la lotta al sistema, oggi, può partire anche dai muri delle nostre città.

BANKSY la cui vera identità rimane ancora sconosciuta, è entrato nei musei più importanti del mondo non come artista invitato, ma come “incursore” e portatore del proprio pensiero e della propria arte. Ha fatto il giro del mondo l’immagine dell’opera Girl with a Balloon, distrutta da Banksy durante la ormai mitologica asta Sotheby’s.
A Visual Protest. The Art of Banksy la mostra che si è svolta a Milano negli scorsi mesi, presso il Mudec, ha dedicato a questo artista una retrospettiva con alcuni dei suoi lavori più caratteristici, che ne illustrano il percorso da writer di strada a fenomeno mondiale di massa. Ma la mostra non era ufficialmente autorizzata dall’artista e ne sono seguite azioni legali da parte della società che rappresenta l’artista la Pest Control.
Su Bansky, la cui “protesta” visiva coinvolge un vastissimo ed eterogeneo pubblico tanto da farne uno degli artisti più amati dalle giovani generazioni, sono già state organizzate diverse mostre presso gallerie d’arte e spazi espositivi, ma mai un museo pubblico italiano finora ha ospitato una sua monografica. Mai nulla di autorizzato tuttavia in quanto Banksy continua a difendere il proprio anonimato e la propria indipendenza dal sistema.
Il messaggio di Banksy e la sua arte si manifestano come un’esplicita e mordace provocazione nei confronti dell’arroganza dell’establishment e del potere, del conformismo, della guerra, del consumismo.
Chiarissime le polemiche e i blitz di cui si è reso protagonista all’ultimo vernissage de La Biennale Arti Visive di Venezia, dove dopo aver eseguito un lavoro su un palazzo lungo il canale di Ca’ Foscari, nei giorni seguenti Banksy vendeva i suoi quadretti in polemica con le Grandi Navi tra gli altri artisti di strada lungo Riva degli Schiavoni, fino a che non è stato allontanato dai vigili urbani (il tutto visibile sul sito ufficiale BANKSY Instagram, dove lui autentica anche le sue opere e i blitz)
Come ha spiegato Shepard Fairey, famoso street artist americano (nome d’arte OBEY): “le sue opere sono piene di immagini metaforiche che trascendono le barriere linguistiche. Le immagini sono divertenti e brillanti, eppure talmente semplici e accessibili: anche se i bambini di sei anni non hanno la minima idea di che cosa sia un conflitto culturale, non avranno alcun problema a riconoscere che c’è qualcosa che non quadra quando vedono la Monna Lisa che impugna un lanciafiamme”.
(testo parzialmente tratto da articolo di Rita Fenini, Panorama, 29novembre 2018)

 

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