Il murale “L’infinito nell’umiltà” nasce in occasione dell’intitolazione di una delle terrazze poste nella cosiddetta “Zona Urban”, all’ex sindaco Marcello Spaccini che guidò la città di Trieste dal 1967 al ’78. La progettazione e realizzazione dell’opera è stata affidata all’affermato artista triestino Gabriele Bonato, che recentemente ha lasciato la sua impronta, sempre nell’ambito del progetto di creatività urbana Chromopolis – La città del futuro, con un suo intervento nel rione di Servola dedicato alla giornalista Nadia Toffa.
L’artista ha elaborato il soggetto partendo da alcune fotografie storiche che ritraggono la vita quotidiana degli inizi del secolo scorso di Città Vecchia. In particolare si tratta di uno scorcio di Androna della Piccola Fornace che ritrae l’atmosfera descritta anche nella poesia “Città Vecchia” di Umberto Saba. E proprio da un verso di questa poesia del 1912 che è stato estrapolato il titolo dell’intervento.
Spesso, per ritornare alla mia casa
prendo un’oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
qualche fanale, e affollata è la strada.
Qui tra la gente che viene che va
dall’osteria alla casa o al lupanare
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l’infinito nell’umiltà.
Qui prostituta e marinaio, il vecchio
che bestemmia, la femmina che bega,
il dragone che siede alla bottega
del friggitore.
la tumultuante giovane impazzita
d’amore,
sono tutte creature della vita
e del dolore;
s’agita in esse, come in me, il Signore.
Qui degli umili sento in compagnia
il mio pensiero farsi
più puro dove più turpe è la via.
Umberto Saba, Città vecchia, 1912 [da Trieste ha una scontrosa grazia]
Il bozzetto di Bonato non guarda con nostalgia ad un tempo passato, ma riporta ai nostri occhi scene della vita che si svolgeva in un’area che per decenni è stata messa ai margini e progressivamente abbandonata. Grazie ad una serie di interventi di riqualificazione urbana tutt’ora in atto il centro storico della città sta riprendendo la sua centralità, con tutto il fascino che l’antico porta con sé e con la spinta di chi ora la vive e la abita, contribuendo così alla sua rinascita.
La stratificazione storica viene dunque riportata in luce con un intervento artistico di alta qualità artistica e tecnica che mantiene il colore rosato di fondo dell’immobile su cui l’artista interviene, in particolare sulla parte bassa attualmente invasa da graffiti, con pitture acriliche da esterno, stese a pennello. Saranno utilizzate prevalentemente sfumature di colori terrosi, ruggine e grigi. In fase di realizzazione, la composizione potrebbe subire variazioni non sostanziali per adattare i soggetti alla specificità del manufatto.