Venerdì 4 giugno alle ore 17.00, nella Sala Fittke di p.zza Piccola, 3, apre la mostra “Il Teatro della Vita”, prima personale della fotografa Giulia Venus Livia. Prosegue così il calendario di eventi FITTKEgiovani, promosso dall’Assessorato ai Giovani e curato dal PAG Progetto Area Giovani del Comune di Trieste.
Saranno presentate alcune serie di ritratti che contraddistinguono lo stile fotografico di Giulia Venus Livia, una “mise en place” di storie antiche e moderne che seguono la regia delle sue delle visioni.
Lo spazio espositivo allestito con sapienti ed essenziali scenografie guida il visitatore in cinque mondi e dimensioni. “Il Teatro della Vita” è una mostra fotografica che vuole raccontare, attraverso immagini, emozioni e concetti, la vita come fosse un palcoscenico in cui gli “attori”, protagonisti dei ritratti, interpretano il ruolo che Giulia Venus ha assegnato loro. E’ nella lettura dei corpi e delle espressioni che il risultato appare autentico, una finzione quasi cinematografica, resa teatrale grazie ad un allestimento che lo inquadra e funge da cornice.
La mostra si articola in diverse sezioni. Home Street Home è un reportage creato per testimoniare il passaggio e l’addio ad un ambiente che ha lasciato ricordi indelebili, non solo nell’anima. Si distingue dalle altre sezioni per essere un foto-reportage in cui la casa del protagonista è aperta e vengono svelati gli ambienti casalinghi, dove l’ospite esprime i propri stati d’animo e pensieri sui muri, creando una sorta di mondo alternativo dove l’etereo diventa concreto attraverso l’inchiostro. Le Ombre del Mito, ovvero il mondo delle divinità Ctonie, le madri creatrici in un drammatico bianco e nero. Prima degli Dei, le divinità telluriche comandavano la terra. Madri celesti riportate in fotografia da un lato con esaltazione e dall’altro con un fascino cupo. Antiche, viscerali e primitive, come le nostre umane emozioni. Il set è un tributo allo stile fotografico di Ruven Afanador, la fotografa si è ispirata al libro “Mil Besos: One Thousand Kisses”. Nella sezione Boudoir si esplica il concetto di ambiguità, un gioco di primi sguardi e malizia. Boudoir è una rielaborazione del classico set fotografico di ritratto femminile ma qui le fotografie non cercano solo di sedurre, vogliono trarre in inganno. Una figura maschile in un ambiente prettamente femminile, senza utilizzo di make up o simili. In gioco solo il linguaggio del corpo e l’identità fluida. Nella sezione Foto-Impressionismo, le arti si incontrano e il post-impressionismo si fonde con la fotografia. I soggetti sono interpretati attraverso l’arte del secolo scorso. La realtà si mescola alla percezione empatica, i ritratti scavano più a fondo utilizzando la libertà del colore.
Giulia Venus Livia, laureata alla magistrale di Comunicazione Pubblica, d’Impresa e Pubblicità, lavora come fotografa freelance dal 2014. Le sue fotografie sono concentrate sulla ritrattistica e il foto-reportage. Ha lavorato anche all’estero per la testata online “The Italian Zone” e a Trieste collabora con diverse realtà, tra cui il Trieste Photo Days festival. Il suo obiettivo è misurarsi artisticamente e professionalmente con i suoi grandi miti della fotografia e del cinema, dai quali trae sempre le sue ispirazioni.